Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/109


– 100 –

Nel dì seguente fu Innocenzo II, benchè ripugnante, assunto alla Tiara, ma una parte degli elettori elessero invece a papa, ossia ad antipapa, Pietro cardinale di Santa Maria in Trastevere, che prese il nome di Anacleto II, e da un tal fatto derivarono gravi mali alla chiesa ed al principato, e mutaronsi in peggio le condizioni di Benevento. E in vero Anacleto, volendo trarre vantaggio dalle innovazioni ivi accadute, entrò in Benevento nel settembre del 1130, ma non trovando ancora il terreno acconcio alle sue mire, si studiò d’ingraziarsi Ruggiero, e a tal fine gli conferì il titolo di re, a cui quegli fervidamente aspirava. Indi, confidando nel favore di Ruggiero, tenne in Benevento modi di assoluto signore, e dopo di aver richiamati in città gli esiliati e restituiti ad essi gli averi, annientò l’accennata comunità— forma di governo che ritraeva molto della repubblica — e bandi dallo stato beneventano tutti coloro che ebbero parte nella uccisione del Rettore Guglielmo, e nella istituzione della Comunità, salvo il capo di essi a nome Rolpotone, al quale si credette di usare benignità per le preghiere dei suoi amici, e per l’ingente somma da lui pagata per ricuperare la libertà, allorchè preso a tradimento dai fautori di Anacleto fu dato in suo potere.

Ma tuttavia Rolpotone, che aveva in odio Anacleto, pose subito in obblìo la giurata fede, e, apparecchiando una piccola armata, si dichiarò avverso all’antipapa e ai suoi fautori, e la città fu divisa in due partiti, uno dei quali riconosceva per suo sovrano Innocenzo II, e l’altro stava per l’antipapa, onde il Rettore Crescenzio, elevato a quel posto dall’antipapa, non vedendosi sicuro altrove, si ricoverò nel monastero di S. Sofia. Intanto Rolpotone, avanzando sempre più in potere e in audacia, si confederava con Roberto principe di Capua, e con il conte Rainolfo, sebbene cognato di Ruggiero, per le quali cose bramoso questi di tirare a sè i beneventani, si valse dell’opera del cardinale Crescenzio e dell’arcivescovo Landolfo, ma il popolo, venuto in sospetto che i fautori di Anacleto divisassero dare in mano di Ruggiero la città, affinchè vi