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intero biennio, trascorso il quale si procedeva a novella elezione nel giorno otto maggio, in cui cadeva la festa della apparizione sul Gargano dell’Arcangelo Michele, che era a quei tempi il principale patrono della città. Inoltre da diverse cronache risulta che dal secolo X in poi furono in Benevento molti ufficiali secondarii, più o meno dipendenti dai primi, i quali riscotevano un segreto salario per la spedizione degli affari, e per il servizio reso al Rettore e ai magistrati, il primo dei quali prendeva nome di vicario, ovvero luogotenente del governadore. Di più, per tutelare la quiete e la sicurezza dei cittadini e delle loro entrate, si era formata una compagnia di circa 350 uomini di fratelli giurali, ossia difensori della libertà della Chiesa, di cui aveano il governo ben dodici capitani, la quale compagnia, durante il pontificato di Clemente VIII, si mutò in una eletta e numerosa milizia di 800 soldati, dipendenti dai nobili e dal popolo. Ma, ad onta di tali istituzioni, per non breve giro di tempo, i governadori di Benevento tennero ampissima facoltà, dacchè leggiamo nella relazione della Corte di Roma, scritta nel 1611 da Girolamo Lunadoro, sotto il capitolo del supremo tribunale della consulta sondato da Sisto V, «che la legazione di Avignone in Francia, quelle di Benevento nel regno di Napoli, e della città di Ceneda nello stato di Venezia non sono sottoposte alla consulta di Roma, ma chi governa quei luoghi è il loro padrone;» il che rispetto a Benevento deve intendersi con qualche restrizione. Infatti comunque i rettori e governadori esercitassero in Benevento quasi una suprema autorità, non se ne resero mai esclusivi signori, poichè nelle cose di maggior momento riconoscevano la loro dipendenza da Roma, come richiede la natura di un potere ben ordinato. Ciò si rende chiaro da un breve di Paolo II, col quale nel 969 si concedette per un anno a Corrado Capece, arcidiacono di Benevento, il reggimento di questa città, il quale breve nell’originale pergamena conservasi tuttora nella Biblioteca di Benevento.

Stefanone o Stefano Sculdascio, e Dacomario, che furono primi Rettori, tennero uniti il governo di Benevento nel