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re nei luoghi sacri, e specialmente nella Chiesa maggiore, dove al suono d’una campana, o con altro avviso, adunavasi il popolo per deliberare sui pubblici bisogni. In Benevento queste adunanze si tennero nelle chiese di S. Caterina e dell’Annunziata, e più frequentemente nel palazzo Apostolico, dopo che il Cardinale Giacomo Savelli nel suo concilio provinciale vietò tali assembramenti di popolo nelle chiese. E in seguito sul cadere del secolo XVI, essendosi dato principio alla fabbrica del palazzo municipale, il quale fu poi compiuto ai tempi di Paolo V, come era indicato dalla iscrizione che leggevasi sulla porta del medesimo, furono ivi convocate esclusivamente nei gravi affari le generali assemblee o consigli del popolo.

E neanche è a tacere che nello stesso secolo XIII, innanzi di questa abolizione, vi erano in Benevento consoli e giudici, e di più un certo numero di consiglieri eletti dal popolo, senza la cui approvazione non era dato di prendere risoluzione alcuna sugli affari di gran rilievo. Nel principio quindi del predetto secolo ebbero parte nel governo della città dodici consoli, dodici giudici, e ventiquattro consiglieri che si dissero giurati. Però non andò molto che fu abolita la istituzione dei dodici magistrati, e vennero deputati altri giudici, col titolo di vicarii, per la cognizione delle cause civili, i quali si ridussero poi ad un solo. E l’istituzione dei consoli, venuta meno pei loro abusi, rivisse nel secolo XV in numero di soli otto, ma limitata unicamente alla cura della sicurezza pubblica, della annona e di altre poche cose. Anche il numero dei giurati fu limitato a dodici, ma poi crebbero man mano sino a 40, dei quali otto in ogni quattro mesi esercitavano l’ufficio di consoli, come ne fan fede indubitata gli statuti compilati ai tempi di Sisto V, e per ogni biennio se ne rinnovava il numero, eleggendosene dodici tra i nobili, dodici tra i mercatanti, dodici tra gli artigiani e dodici tra gli agricoltori. Infine nel 1736 furono i consoli restituiti all’antico numero di XXIV, eletti dai quattro ordini della città, dei quali otto, per ogni otto mesi, esercitando il consolato, duravano in carica per un