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ambasciadori da Benevento a riferire come Annone, seguendo gli ordini di Annibale, erasi accampato a tre miglia da Benevento, affine di mandare in Capua le vettovaglie, di che la città avea penuria. Udito questo, il console Fulvio prese con molta mano di armati la volta di Benevento, ove, festeggiato dai cittadini, attese il momento propizio per azzuffarsi col nemico.

E venendo a conoscere poco dopo che il campo di Annone era in disordine, per essersi il duce recato altrove a instare coi suoi amici, acciocchè mandassero in molta copia i grani in Capova, il console, reputando agevole la vittoria, si mosse col favore delle tenebre a investire i Cartaginesi. Ma, per essere il campo nemico molto bene fortificato in un luogo erto e scelto assai opportunamente, non gli venne dato di combattere con vantaggio, ondechè scorato nel primo assalto avea già dato gli ordini per la ritirata col disegno di ritentare nei dì seguenti con migliori auspicii la battaglia, allorchè un certo Vibio, prefetto d’una compagnia di Peligni, a cui non talentava di dar volta, per essersi appressato di molto all’entrata del campo ostile, togliendo di mano ad uno dei suoi un’insegna, la lanciò dentro il fosso dei nemici, e invitò i suoi soldati a riacquistarla; ed egli, fattosi esempio a tutti, fu il primo a saltare il fosso e a penetrare nel campo nemico, ove poco dopo si spinsero anche i Romani, eccitati dalle parole di Valerio Flacco, che li tacciava di codardia. In quella T. Pedanio, primo centurione, tolta in mano un’altra insegna, la lanciò altresì nel campo nemico, esortando i più irresoluti a seguirlo, per ritoglierla al nemico. Il console allora, mutando avviso, dispose che senza indugio fossero gli alloggiamenti da ogni banda investiti, il che essendosi strenuamente eseguito da tutte le sue milizie, furono essi atterrati in un baleno, e vi perirono non meno di seimila persone, e oltre a ciò venne in balìa dei Romani l’ampia preda che Annone erasi procacciata depredando nei paesi che si tennero nell’alleanza di Roma.

Dopo una sì segnalata vittoria il console tornò in Be-