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versare in peggiori condizioni dei cittadini Romani, essendovi tra essi medesimezza di religione, di lingua, di leggi e di costumi, e la stessa forma di governo. Inoltre i coloni fruivano di tutti i dritti civili del cittadino romano, e solo erano privi dei dritti politici dell’eleggibilità e dell’elezione; per modo che, rispetto alla politica, le colonie erano considerate da meno dei municipii. Talora concedeasi ai prischi abitatori del luogo di mescolarsi ai fondatori delle colonie, ed essi, mercè una tale fusione, partecipavano ai privilegi del nuovo stabilimento.

Le colonie si distinsero in colonie Romane e Latine. Si appellarono Romane quelle che erano rette con le stesse leggi dei Romani, e ai loro abitatori non era negato il dritto di dare i voti in Roma; il qual dritto principalissimo tra tutti abbracciava soltanto una parte della libertà romana, quella cioè che concerneva i dritti privati. E per lo contrario denominavansi latine le colonie composte di cittadini del Lazio, ai quali era dato di conservare i dritti proprii alla lor gente, ma però ai cittadini Romani che conviveano con essi era vietato l’esercizio dei romani dritti.

A fondare per qualsiasi causa una nuova colonia si procedeva per decreto del Senato rifermato dal plebiscito, e, mediante un’apposita legge chiamata Agraria, si disegnava il paese che facea d’uopo dividere tra i veterani, e il modo da seguire nella divisione. (Sigonio, de Antiq. Iure ital.)

L’Istituzione delle colonie fu pei cittadini Romani il principale impulso ad ascriversi volenterosi nella milizia, da cui imprometteansi larghi guiderdoni, imperocchè le più delle volte si concedeano ai coloni abitazioni, campi, governo, onori e denaro eziandio, come usò Augusto, affinchè si fornissero di tutto ciò di cui avesser bisogno per vivere agiatamente, e in ciò è riposto pure una delle cause principali delle tante vittorie romane. Ma invece oltremodo miserevole era la condizione dei popoli soggiogati in danno dei quali fondavansi le colonie, quasi fortezze poste come giogo sui vinti; imperocchè vedeansi in un baleno tolti ai padri i figli, ai mariti le mogli, e i servi ai padroni ridotti a vivere in