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mosse tosto all’assalto del campo, e, occupatolo con mirabile celerità, vi lasciò in custodia due legioni, e poscia si recò col rimanente delle schiere a combattere i Sanniti. E questi, circondati d’ogni intorno dalla cavalleria e non parati alla pugna, mal sapevano sotto quale insegna raccogliersi, e a qual partito appigliarsi; sicchè, volti in breve negli amari passi di fuga, molti di essi furono passati per le armi dai Romani, i quali fecero ritorno nel campo nemico onusti di preda che fu egualmente divisa tra i soldati.

Il fausto successo d’una tale giornata fu pei Romani di gran momento, dacchè incussero tema a tutti i popoli confinanti, e acquistarono la stima di lontane nazioni, e gli stessi Cartaginesi, ammirati di tanto valore, spedirono a Roma i loro legati con il dono d’una corona d’oro che fu collocata nel tempio di Giove Capitolino.

I Sanniti allora, che sentivano la necessità di rifare le loro forze, chiesero pace ai Romani, che gliela concessero di buon grado, avendo avuto sentore che nuovi nemici, cui dava ombra la loro cresciuta potenza, si apparecchiavano a invadere le loro terre, ma apposero a condizione della pace che i Sanniti pagassero alle truppe Romane un anno di stipendio e tre mesi di viveri. (Livio VIII, 2.)

Non andò guari che i Latini, i quali aspiravano a riacquistare la propria libertà, collegatisi coi Volsci, Aurunci, Sidicini e Campani, invasero con forze preponderanti le terre del Sannio, nella lusinga di occuparle prima che i Romani si levassero in armi, e fecero conoscere agli stessi di avere impugnate le armi, affinchè le due nazioni addivenissero una sola repubblica, nella quale i cittadini del Lazio partecipassero ai dritti politici dei Romani. La domanda era giusta, ma parve intollerabile all’orgoglio romano, per cui non appena i legati Latini palesarono nella curia un tal desiderio, l’intero popolo Romano, indignato per siffatta pretensione, si tenne a fatica di non porre le mani in quel medesimo punto sulla persona degli ambasciadori spediti dalle città Latine, e fu tosto dichiarata una solenne guerra per decidere se i Latini sarebbero addivenuti cittadini o sudditi di Roma.