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Ai Sanniti era molto a cuore l’acquisto di Cuma, e dopo diversi inutili tentativi, cogliendo il destro finalmente che la città ebbe a trovarsi in un certo tempo sprovveduta del fiore dei suoi cittadini, piombarono su di essa, ed, espugnatala, passarono a fil di spada, come è fama, tutti gli abitanti. Per tal modo i Sanniti si resero signori di tutta la Campania. Indi aggredirono i Volsci, e tentarono da più lati di estendere le loro conquiste; ma li tenne probabilmente la fama del valor militare dei Romani. E allora concepirono il disegno di allearsi con questi, nella lusinga che, congiunte le loro forze, avrebbero di leggieri debellati tutti gli altri popoli confinanti, ed essi soli signoreggiata l’Italia.

La prima alleanza che i Sanniti contrassero coi Romani, e che in seguito fu più volte rinnovata, si riporta all’anno 401, durante il consolato di M. Fabio Ambusto e di F. Quinzio, nel quale anno i Sanniti mandarono legati ai Romani a chiedere la loro amicizia. E questi secondarono assai volentieri i loro desiderii, e li fecero partecipi di tutti i dritti che, secondo le loro costituzioni, solevano concedere agli alleati. I Romani si giovarono assai d’una tale alleanza, poichè studiarono accuratamente le leggi e le usanze dei Sanniti, nonchè i loro ordini militari, per emendare, come fecero, i difetti delle loro istituzioni, e mercè i loro validi aiuti riuscirono vittoriosi nell’aspre guerre durate contro i Latini e altri popoli contermini, i quali si dimostravano gelosi della crescente potenza di Roma. E certamente senza l’amicizia dei Sanniti, i Romani non avrebbero potuto estendere il loro territorio, poichè i Sanniti nel tempo della prima alleanza coi Romani, soprastavano di gran lunga ad essi per dovizie e potenza militare, e anche per ampiezza di domini, dopo che si resero signori di Capua, Cuma e Nola, che dominarono l’intera Campania e quasi tutta la Daunia, e che tolsero ai Volsci quel gran tratto di terra che si estende sino a Casino e quasi a Sora. Di più, col prolungarsi l’alleanza, ai soli Romani era dato, per la diversa condizione locale dei due popoli, impromettersi dei grandi vantaggi, potendo essi acquistare ancora di assai dominii nell’Etruria