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Fra gli storici che non diedero fede alla tradizione di Diomede vi fu il Micali il quale, non pago di essersi mostrato poco conoscente dei luoghi, giudicando freddo il clima di Benevento, che è uno dei più temperati climi meridionali asserì pur anche «che una menzognera vanità volea far credere edificata questa città da Diomede col nome più propizio di Benevento, e dove al Segretario di Belisario, che andava in busca di curiosità, fu mostrata per altro misero fumo municipale la testa zannuta del cinghiale Calidonio, emulando in ciò la boria dei Cumani che mostravano nel tempio di Apollo l’orribil teschio della fiera di Erimanto». E lo stesso fatto lievemente modificato fu ripetuto dal vivente scrittore dell’opera sulle cento città d’Italia, colle seguenti parole: «leggenda che per vanità adottarono i suoi abitanti, i quali, ai tempi dello storico Procopio, fiorente nel 57 dopo Cristo, pretendevano di mostrare le zanne del cinghiale Calidonio, ucciso nei boschi dell’Etolia da Meleagro zio del mentovato Diomede.»
Ma io stimo che non ridonderebbe a gloria dei beneventani l’essere stata la loro città edificata da uno straniero, qual era Diomede, ed è falso addirittura che i beneventani si sieno mostrati in altri tempi bramosi di sostenere una tale tradizione; invece furono i Greci stanziati nella Magna Grecia, che, a secondare la vanità nazionale, volsero l’animo a riferire ai loro pretesi eroi la fondazione di tante città delle provincie meridionali. E molte delle più antiche città d’Italia si dissero fondate da Enea, Ulisse, Antenore, Diomede; nello stesso modo che i più fanatici sostenitori della scuola storica, intesi a stabilire quali fossero stati i primi popoli che approdarono in Italia, e l’epoca precisa della loro venuta, attribuirono l’origine delle loro città a Noè, e ai suoi figli Sem, Cam e Jafet.
cronaca, che vide la luce in Venezia nell’anno 1420, osò affermare che Benevento fosse stata edificata nell’anno 4034 del mondo, prima della venuta di Cristo anni 1165, e dopo la distruzione di Troia anni 20.