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ricevendo ascolto, si recò di persona a trattare di pace con Rachi, e questi si tolse tosto da quell’impresa.

Per un tal fatto, e per le sue ricche largizioni ai monasteri, si attirò Rachi lo sdegno dei longobardi, sicchè vedendosi incorso nell’odio del suo popolo, gli prese un fastidio delle cose umane, e, rinunziando alla corona, si recò in Roma dal pontefice Zaccaria, il quale lo sacrò chierico, e poi, per secondare il suo pio desiderio, gli destinò a stanza la badia cassinense. A Rachi successe il fratello Astolfo, uomo di spiriti bollenti e di vasti disegni, il quale, annuendo alle brame del suo popolo, imprese la conquista delle provincie greco-romane, e condusse una tal guerra con tanta alacrità che nel 751 la stessa Ravenna, tutto l’Esarcato e la Pentapoli caddero in suo potere.

Gisulfo si sarebbe forse trovato alle prese con Astolfo, se non fosse morto nel 751 in assai giovane età.

Gli ultimi anni del governo di questo duca furono spesi interamente in opere di pietà cristiana. Egli prodigò donativi al Monastero di S. Sosia in Ponticello fondato dall’abate Zaccaria, ornò d’immagini e suppellettili preziose il tempio di S. Pietro Apostolo; e infine edificò il mirabile tempio di S. Sosia in Benevento, monumento di fama mondiale, che non potè ridurre a perfezione per la sua morte prematura, ma che fu mandato a fine dal celebre Arechi, il primo principe di Benevento.

Gisulfo non lasciò superstite che un sol figlio minore a nome Liutprando, nome che gli fu apposto per la memoria del gran sovrano. E che in Benevento non si fossero per niente innovate le antiche usanze si rileva anche dall’essere stato Liutprando il successore del padre. Costui, per la età minore, divise nei primi anni la cura del regno colla sua genitrice. Noi di questa epoca del suo governo possediamo a vero dire molta copia di titoli di donazioni tanto a pii stabilimenti che a persone private; ma ci fa difetto qualsiasi notizia per desumere che anche da parte dei beneventani fossero state in quel tempo riprese le ostilità contro il territorio romano. É assai probabile per altro che nell’anno 752 i bene-