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un nuovo duca, e nè tampoco si piegò ad eleggere il rampollo dell’antica casa ducale, il giovane Gisulfo, poichè ritenne che questi educato alla cor le di Pavia non avesse a cuore l’autonomia del ducato, e scelse a duca un distinto cittadino chiamato Godescalco, dando a divedere apertamente di non voler più riconoscere alcuna dipendenza. Il nuovo duca naturalmente si alleò coi nemici di Liutprando, cioè col papa e con Trasimondo. Costui nel decembre del 739 penetrò nel ducato di Spoleto con un esercito romano e secondato, come pare probabile, dal duca di Benevento. Ed anche nella duchea di Spoleto si ridestò allora lo stesso desiderio che in Benevento di riacquistare la propria indipendenza dal regno. Le sorti della guerra si volsero propizie a Trasimondo, poichè, morto in battaglia il nuovo duca Ilderico, acquistò in breve tempo l’intero ducato.

A resistere a questa nuova alleanza, fu astretto Liutprando a dar di piglio nuovamente alle armi. Egli, a vero dire, non orasi proposto che solo di sottoporre i ducati ribelli; ma siccome anche l’Esarca Eutichio erasi confederato coi duchi e col pontefice, così credette indispensabile di aprirsi per forza d’armi un varco per quei territorii. Egli nell’anno 740 si spinse nel Ravennate, insieme al nipote Ildebrando che si avea associato al governo, mentre nel medesimo tempo i confini del suo regno erano infestati da continue scorrerie.

In mezzo a queste fortunose vicende trapassava il pontefice Gregorio IV nel novembre dell’anno 741, e poco dopo anche Carlo Martello. E Zaccaria, che fu eletto a suo successore nel decembre di quell’anno, uomo di preclari virtù, accorgendosi che vi era assai poco da sperare nei lontani aiuti della Francia, e che le forze del re Liutprando avanzavano di molto quelle degli alleati, seppe intendere meglio del suo predecessore la vera condizione dei tempi in cui era asceso al pontificato, e ponendo in non cale gli antichi alleati, seppe acquistarsi l’affetto e la stima di Liutprando a tal segno che questi non ebbe difficoltà di restituirgli le città espugnate, dopo di che Zaccaria, addivenuto alleato dal re, acconsentì che le truppe romane avanzassero contro Trasimondo.