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ne scemato il prestigio e la potenza: per cui non andò molto che trovò il destro d’ingerirsi assai più che per lo innanzi nelle loro faccende.

Nell’anno 731 trapassò Romoaldo II, e, benchè avesse avuto due mogli, non lasciò superstite che un unico figlio di età minore chiamato Gisulfo, natogli dalla sua prima consorte. E fu in questa occasione che ebbe luogo in Benevento il primo rivolgimento civile nel fine di attentare alla vita di quel fanciullo, al quale niuno avrebbe potuto contendere il dritto di succedere al padre. Si compose un potente partito che risolvette di metterlo a morte, ma furono i cospiratori delusi nelle loro speranze, perchè coloro che vegliavano alla sicurezza del fanciullo, lo posero in salvo. Ciò non ostante i suoi nemici trovarono modo di eleggere un altro duca per nome Audelao, il quale seppe sostenersi per il corso di due anni, ma pare che il suo governo si tosse limitato ad una parte sola del ducato. Di questa condizione di cose si giovò Liutprando per signoreggiare Benevento.

Egli vi trasse con molta mano di armati, e, deposto Audelao, nominò duca di Benevento, in cambio del giovinetto Gisulfo, a lui congiunto di sangue, il proprio nepote che avea nome Gregorio. A questo fu indotto non solo dall’acerba età di Gisulfo, ma soprattutto perchè intendeva di esercitare su quel ducato, come sugli altri, una potestà illimitata. E fece cadere la scelta sul suo nepote Gregorio, non solo perchè, stante la parentela, non gli era lecito dubitare della sua fedeltà e devozione, ma anche perchè, nato esso in lontana contrada, non erasi imbevuto delle tradizioni del ducato beneventano. E dopo avere ordinato a modo suo le cose del ducato, tornò in Pavia, menando seco il giovine Gisulfo, che fece splendidamente educare nella sua corte in Pavia, al quale fu poi sposa una longobarda di alto lignaggio di nome Coniberga.

Del duca Gregorio sappiamo solo che regnò sette anni (732-739), e che negli ultimi tempi del suo governo accaddero gravi agitazioni in Italia. Il duca di Spoleto Trasimondo erasi nel 729, insieme a Romoaldo II, di cui avea tolto in