Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/213


— 204 —

vita sino agli ultimi suoi giorni in opere di pietà e di beneficenza.

Grimoaldo, benchè re, conservò anche la dignità ducale, e lasciò Romoaldo per suo vicario in Benevento, che per tali fatti impreveduti acquistò una certa dipendenza dal regno longobardo, il che ridondò ad esclusivo vantaggio del ducato, poichè in questo tempo appunto la dominazione longobarda fu in Italia seriamente combattuta da parte dell’imperadore greco, e in Benevento accaddero i fatti più memorandi di quella guerra nello stesso anno (663) in cui Grimoaldo si cinse la corona longobarda. L’imperadore Costante, nepote di Eraclio, che, secondo alcuni scrittori, intendea di trasferire nuovamente la sede dell’impero da Costantinopoli a Roma, concepì l’ardimentoso disegno di porre fine al regno longobardo in Italia, e a ciò sarebbe stato indotto dalla lunga guerra ed infelice sostenuta contro gli Arabi, che tentavano sempre più fieri d’irrompere nelle terre dell’impero, e dal conoscersi venuto in odio agli abitanti di Costantinopoli, per avere ordinata la morte del proprio fratello. E oltre a questo il disfacimento del regno longobardo gl’infondeva speranza di potere con non molta difficoltà sottoporre quelle provincie italiane, che eransi da tempo sottratte alla dipendenza dell’impero. In tali pensieri approdò a Taranto con numeroso esercito, e il momento favorevole per invadere gli stati longobardi dalla parte meridionale dell’Italia non era certamente male scelto; poichè Grimoaldo con la massima parte dell’esercito beneventano era nell’Italia settentrionale, nè così presto avrebbe potuto accorrere alla difesa de’ suoi stati lontani. Difatti Costante da Taranto si avanzò celeremente nel territorio beneventano difeso dal giovine Romoaldo, il quale con le poche sue forze poteva appena nutrire lusinga di tenersi nelle meglio munite rocche. La maggior parte delle città del ducato gli si arresero a discrezione, ma esaurì ogni suo sforzo inutilmente per prendere d’assalto la forte città di Acerenza.

Sulle prime parve che Costante avesse avuto di mira di evitare Benevento, e inoltrarsi verso il Nord, poichè si