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di novità e di rapine, irruppero nella bella Italia, e, messo a sondo l’antico imperio di Roma, corsero da padroni le belle contrade, dopo che Alarico, fatto più animoso per la morte di Stilicone, entrò vincitore nell’anno 410 nella città stata per più secoli dominatrice dell’universo. Indi a poco furono anche le provincie del mezzogiorno d’Italia devastate dai Vandali, dagli Eruli, e dai Goti, e v’ha di scrittori i quali affermano che alla città di Benevento ebbero a ridondare assai danni da parte di quei popoli, stante l’amore posto dai beneventani alla religione di Cristo (Piperno). Ma di ciò niente è dato attingere dall’istoria o dalle locali tradizioni, poiché in tutto intervallo di tempo trascorso dalla morte di Alarico ai primi anni della dominazione di Odoacre in Italia, le nostre cronache non fanno menzione di danni arrecati alla città dai popoli invasori.

S. Sofio fu il XXIV vescovo di Benevento, e alcuni fanatici, mossi da intolleranza religiosa, lo trucidarono insieme al suo arcidiacono Benigno, perlocchè furono poi amendue venerati dai fedeli come martiri. L’atrocità del caso irritò i beneventani che diedero di piglio alle armi, ed ebbe luogo una terribile zuffa dopo la quale gli idolatri che erano in Benevento furono mandati in bando. E allora tonò per la città una voce che chiamava il popolo a libertà, traendo profitto che il re Odoacre trovavasi messo alle strette dai Goti, e stava racchiuso in Ravenna. I popoli convicini, indignati della uccisione del santo, offrirono in loro aiuto le persone e le robe; e si mise in armi un poderoso esercito, col quale azzuffatosi i regii che erano in Puglia ebbero sempre la peggio. Ma appena Odoacre seppe di questo fatto, tentò, mediante l’opera di alcuni vescovi, di sedare i tumulti di Benevento, incolpando dell’uccisione del vescovo S. Sofio i pochi che di proprio capo l’eseguirono, senza un suo ordine, e promise ai cittadini vantaggi d’ogni sorta, se fossero accorsi in suo aiuto, mentre nel medesimo tempo il re Teodorico li lusingava per trarli a combattere in suo favore. I beneventani presero tempo a risolversi, affine di seguire l’insegna di quegli a cui più avesse arrisa la fortuna. E dopo di