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velo, deputato a esplorare la vittima. Traiano in vestimento di pompa, il re dei sacrifizii, i sette Epuloni, ed i tre Tizii cogli augustali: poi il loro da immolarsi con le corna laureate, i ministri del sacrifizio, uno superiore che percuote la vittima col maglio e colla scure, e l’altro con un sol ginocchio chino in atto di sgozzarla col coltello. Altro ministro più innanzi coll’olla sugli omeri per accogliere il sangue della vittima, e intorno ad esso l’esercito in ordinanza che insieme ai sacerdoti appare ghirlandato di alloro. Il tutto come si pratica nei trionfi.


XV.

Marcia trionfale


Intorno intorno al gran cornicione dell’Arco è ritratta la marcia trionfale di Traiano al tempio di Giove, ed in sessanta ligure di squisita finezza sono descritti il primo trionfo germanico (detto Partico da Plinio), nonché il primo e il secondo trionfo dacico. L’imperadore laureato nella quadriga trionfale incede per la principale delle vie di Roma e pei due circhi Flaminio e Massimo, precedendo il Senato, la turba dei cittadini ed i cocchi militari colle opime spoglie ostili, con vasi, statue ed altre ricchezze predate nelle debellate provincie. Seguono i re, le regine, i principi e i tetrarchi d’Oriente catenati e prigionieri, la moltitudine dei soldati ignobili che si vendevano sub corona, le vittime da immolarsi insieme al toro, vittima massima, i profumi e le profumiere che seguivano il carro trionfale, 1 trombettieri, i sonatori di pifferi e d’altri strumenti musicali con intorno e dietro l’esercito festante.

Le quattro scolture inferiori sono state rose e consumate dalla edacità del tempo e dagli incendii de’ barbari, per modo che in più figure non si distinguono le fattezze dei volti l’atteggiamento dei corpi, e neanche i panneggiamenti e le forme delle vesti: sicché si dura fatica a indovinarne le persone. Altre scolture rimangono nascoste dalle fabbriche costrutte ai lati dell’Arco.