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In questo solenne ingresso di Traiano nel Campidoglio si crede che Plinio avesse recitato il suo panegirico.


XII.

Dalla stessa facciata interna

Apoteosi di Nerva e di Marciana


In questo quadro si descrivono due apoteosi molto care a Traiano, quella cioè di Nerva sue padre adottivo, il quale ancor vivendo fu deificato, e di Marciana sua sorella. Le statue sono: quella di Giunone, alla destra di lei Giove folgorante e seminudo, alla destra di Giove Pallade con elmo ed asta, più dietro nell’angolo Ercole con pelle di leone e clava; fra Pallade edErcole una testa di Bacco coronata di pampini, fra Ercole e Giunone un’altra statua con la testa laureata, senza segni speciali di Deità e che per fermo denota Marciana, e nell’angolo di fronte ad Ercole un Mercurio. Nel fondo del marmo si vede una fiaccola, simbolo dell’apoteosi.


XIII.

Sotto la volta dell’arco a destra di chi esce dalla città

Il Cangiario dato da Traiano


Questo marmo ricorda, secondo Plinio, il cangiario1 dato al popolo romano da Traiano, dopo il primo trionfo germanico. Nel mezzo si vede Berecinzia turrita significante Roma: ha dinanzi la mensa delle dovizie per le usate distribuzioni di pane, danaro ed altro. Evvi pure chi in questa statua raffigura Plotina. Accosto le viene un ministro dispensiere col petto volto al popolo, e colla faccia verso Roma. A destra si scerne Traiano che si mostra al pubblico con

  1. Eran dette cangiane le auguste largizioni che, a festeggiare certi giorni ricordevoli, faceano gli imperadori al popolo, c nelle quali tonto si distinse Traiano. (Plinio.)