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X.

Dalla stessa facciata interna

Villeggiatura della imperiale famiglia a Centocelle,
e giudizio di Eurittimo


Questo quadro esprime la villeggiatura di Traiano a Centocelle.

Qui, fra le altre cause, attese l’imperadore a risolvere quella tanto celebre di Eurittimo suo liberto e procuratore, accusato di falsificato codicillo. Intorno a questo argomento dettò Plinio la più eloquente delle sue lettere, allorché gli fu commesso di recarsi in Civitavecchia a rendere giustizia. Traiano è in piedi, con targa e rotolo di carte in mano, Eurittimo con gli avvocati a sinistra. A destra di Traiano appare Plinio con tre altri personaggi con aste, indicanti i soliti stipatori e guardie speciali del Cesare. Nel fondo del marmo sono sculte due donne cacciatrici, l’una è Plotina, e l’altra è Marciana; e una di esse stende una mano sul reo, e con l’altra sostiene una gabbia. Nell’angolo più remoto dietro le due cacciatrici si mira Adriano, che d’una mano fa un cenno allusivo al giudizio, e coll’altra sostiene un’asta. A’ suoi piedi è un veltro a denotare che, durante la villeggiatura, mentre l’Imperadore attendeva a rendere giustizia, la famiglia sovente prendevasi sollazzo nella caccia.

XI.

Dalla stessa facciata interna

Ingresso solenne di Traiano al Campidoglio


Questo marmo, che ritrae il Campidoglio e Traiano che vi ascende in trionfo per la porta Fanitori, ci rammemora il giorno in cui l’Imperadore trasse a dare il suo giuramento, nel terzo consolato, in mano del collega Frontone che gli fa scorta. Sulla scala i fanitori di Cesare, e fra gli altri un personaggio consolare che precede scortando Cesare. Un altro più appresso, ben distinto in mezzo al seguito, forse è Frontone collega. Un ufficiale nell’angolo col segno dei fasci appena visibili; intorno intorno soldati. (Vedi Plinio.)