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poca barba che appena gli ombra il mento giovanile. Seguono infine le statue dei primarii duci dell’esercito, gli stipatori del Cesare1 i Pretoriani, e tutto l’esercito chiamato in armi, e non vi mancano gli alberi di alloro che i Romani costumavano di avere sul campo.


VII.


Dalla stessa facciata esterna


Arcando figlio del Re di Edessa al campo di Traiano e legazione orientale


In questo quadro si descrive il seguito dell’ambasceria Armena, composta di tutti i sovrani degli stati confinanti, dei governadori delle provincie e dei comandanti delle fortezze; i quali, ai primo ingresso di Traiano in Armenia, si dichiararono sudditi e vassalli dell’impero, ne ricevettero la legge, e, secondo l’usanza dell’Oriente, tutti i sovrani mandarono presenti d’ogni specie al trionfatore. Sotto il consueto albero di alloro si scorge assai bene rilevata la testa d’un destriere che fu nominato danzatore, dall’essere stato sì bene istrutto che, pervenuto al campo innanzi a Traiano, piega assai acconciamente le ginocchia a terra, e china profondamente il capo in umile atteggiamento. Nella parte inferiore del quadro era sculto un leone. A destra della statua di Traiano primeggiava tra le altre quella di Arbando figlio del re di Edessa, il più vago e prestante giovane di quell’età, che si recò al campo de’ Romani nella fiducia di acquistare in pro dello sventurato suo genitore la grazia del sovrano. Un abito di pelle gli cinge le graziose e aitanti forme; e ha solo il petto ignudo alla foggia dei barbari. A fianco, ma più indietro alquanto, si ammira la statua d’una bellissima giovane, vestita parimenti alla barbaresca; e che per certo appartiene alla famiglia reale di qualche sovrano di quelle nazioni. Appresso ad Arbando si mira uno

  1. Gli antichi davano un tal nome ai soldati di guardia del sovrano