Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/128


— 119 —

che per tale ragione prese il nome di Porta Aurea, che tutt’ora conserva; e non già per i pretesi fregi d’oro che l’adornavano, secondo la popolare tradizione. L’architetto che ideò e condusse a termine un tanto lavoro si crede che fosse stato l’illustre Apollodoro, autore del sontuosissimo e rinomato Foro di Traiano in Roma, e uno de’ maggiori artisti che fiorirono nell’antichità. I romani soleano erigere due specie di archi, gli uni onorarii, e gli altri trionfali, a seconda che aveano in mira di celebrare le virtù civili o militari del personaggio cui venivan dedicati. Il nostro arco, eretto lungo le mura della città, nel lato di settentrione, e sul versante del fiume Calore, è certamente trionfale, come quello di Tito, perchè esso ritrae le virtù guerriere del sommo imperadore. Ma siccome Traiano seppe associare al valor militare con mirabile armonia le più preclari virtù civili, così l’arco riepiloga nei suoi quadri e basso rilievi tutta la vita del glorioso imperadore, militare e civile, sacra, pubblica e privata. (Meomartini).

Levasi la superba mole su otto colonne marmoree e scannellate a 68 palmi di altezza, larga 65, grossa 28. L’architettura è di ordine romano ossia composito, del più bello potutosi fin qui per mente umana immaginare. Fatta per eternare le glorie del migliore dei Cesari, la vedi massiccia tutta quanta da cima a fondo, composta di soli marmi di pario, e piantata sopra immensi massi di riquadrati macigni. I marmi non per glutine o malta, ma per la sola proporzione del peso e degli spazii s’immarginano e combaciano per modo che non appaiono giunture, non intoppi, non vano, di che ammiriamo l’ingegno del grande artefice che eseguì un lavoro invincibile al contrasto dei secoli. Gli intercolunni sono adorni di stupendi bassi rilievi così bene congiunti che, nonostante il corso di 17 secoli e tanti tremuoti, sembrano scolpiti su di un solo masso di marmo, e ritraggono le gloriose geste di Traiano. La volta è altresì di marmo a cassettoni con foglie, e con una rosa nel mezzo di ogni cassettone; il che è spesso imitato nelle moderne volte messe a stucco. Sopra dell’arco nell’una e nell’altra