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il tempo in cui furono spediti in Benevento, rimasero un arcano fino al passato secolo; ma il linguaggio misterioso dei geroglifici non poteva rimanere incompreso all’età nostra, in cui, secondo la bella espressione del Ranieri, lo sforzo, onnipotente della scienza ha lacerato il mistico velo che ci occultava il mondo orientale. E non è molto tempo che l’Ungarelli, prima d’ogni altro scrittore, nella sua opera sugli obelischi Romani, dichiarò minutamente il significato de’ due obelischi di Benevento, e dalla sua opera apprendemmo che l’imperadore Domiziano mandò in dono a Lucilio Rufo, che in quel tempo era al governo di Benevento, i due obelischi, affinchè ne ornasse il tempio e la statua d’Iside, deità Egiziana, ritenuta prole del sole: e però credo che non tornerà discaro ai miei lettori se riporterò in volgare il compendio dell’Ungarelli sulle cose contenute in amendue i nostri obelischi.


OBELISCHI BENEVENTANI

Compendio delle cose contenute nelle quattro iscrizioni
ripetute nell’uno e nell’altro obelisco.


Lato I. — Dio vindice, Oro sfolgorante, che degli anni i periodi conserva, per vittorie chiarissimo, Re ed Imperatore Cesare figliuolo del sole Domiziano, eternamente vivente a pro di Benevento nelle terre d’Italia all’impero di Roma sottoposte.

Lato II. — Signore del superiore e dell’inferiore Egitto che è salutato figlio di Dio, Oro, di tutti gli Dei amico. Del Sole figlio, dominatore dei dominatori. Domiziano Dio sempiterno ornò, il tempio e la statua d’Iside grande patrona di Benevento e degli altri Dei. L’obelisco di pietra sienite da lui mandato, il Re Massimo, comandò che erigesse Lucilio Rufo.

Lato III. — Alla Patrona Iside e agli Dei patrii di Benevento l’obelisco di pietra sienite per essere eretto mandò il Signore dell’uno e dell’altro Egitto e del romano impero Domiziano immortale. V. C. Lucilio Rufo pose a perenne memoria dell’avvenimento.

Lato IV. — A Iside moderatrice degli Dei, figlia del sole, patrona di questo edifizio, e agli Dei patrii di Benevento, il figlio del sole, il Signore del Diadema che regna nell’uno e nell’altro Egitto, Domiziano perennemente vivente in dono diede. V. C. Lucilio Rufo dedicò, eresse.