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Valentino, o per esserne stato autore, secondo alcuni, lo stesso Valente, o perchè, ruinato, lo riergesse. Ma una tale opinione è assai lontana dal vero, imperocchè il cronista Falcone, Pietro Diacono ed altri scrittori concordemente affermano che da una chiesa contigua, dedicata a S. Valentino, prendesse nome l’antico ponte, e che dopo essersi prima denominato Ponte di S. Valentino, si dicesse in seguito Ponte Valentino. Egli è vero che il Pratilli sostiene in contraddizione dei detti scrittori l’antica tradizione; ma i suoi argomenti si desumono soltanto dal nome del ponte, e invece in antiche scritture si parla della chiesa di S. Valentino eretta accosto al ponte suddetto; e ciò ribadisce l’opinione di Falcone e di altri antichi autori. È assai probabile che un tal ponte minasse più volte, per essere stato costrutto sul luogo ove il Tammaro si confonde col Calore, e da ciò deriva che, allorquando ingrossa quel fiume pei torrenti invernali, impedendo il libero corso delle acque, queste fan gorgo ed alzano intorno ai pilastri del ponte monti di arene, e potrebbero agevolmente causare la rovina del ponte.

Dell’imperadore Teodosio il grande, che salì all’impero nell’anno di Roma 380, si serba memoria in una segnalatissima iscrizione beneventana, la quale fu rinvenuta in una osteria presso il palagio dell’estinta famiglia Moscarelli; ma essa è in gran parte cancellata, sì che appena vien dato di leggerne poche parole.

Vi è anche un’epigrafe dedicata a Giuliano l’Apostata, e l’epoca par che sia il 355, nel qual anno fu dichiarato Cesare da Costanzo. Il De Vita fu il primo a pubblicarla intera. Il titolo di nobilissimo e beatissimo si conferisce in questa età al Cesare ereditario dell’impero, al quale non ascese Giuliano che nel 360, allorchè fu salutato dall’esercito col nome di Augusto.

E altre iscrizioni avanzano, o si leggono riportate nei varii codici di epigrafi beneventane che furono pubblicate in diversi tempi, le quali ci ricordano molti imperadori romani che profusero i loro beneficii alla città di Benevento; e primo fra tutti va menzionato Traiano il quale non