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dei sig. Capobianco de’ marchesi di Carife, letta ivi ai suoi tempi dal Verusio. Questo frammento fu poi trasportato nei cortile del nostro liceo Giannone, e di là poi nel chiostro del convento annesso alla chiesa della Madonna delle Grazie.
Si è molto pure disputato se Traiano fosse stato il primo ad aprire quel ramo della via Appia che da Benevento menava a Brindisi, o se ne fosse stato soltanto il ristoratore; ed io mi attengo a questa opinione che appare assai più fondata, e che fu seguita dagli autori che trattarono della via Appia con maggiore diffusione e competenza.
Un’ultima colonia fu dedotta in Benevento da Claudio Nerone prima che fosse assunto all’impero, come si rileva dalle seguenti parole di Frontino: «Beneventum muro ducta Colonia deduxit Nero Claudius Caesar. Iter populo non debetur. Ager eius lege triumvirali est assignatus». In questo ed altri brani del medesimo autore in cui si parla della colonia beneventana non altrimenti è indicato Nerone che col solo titolo di Cesare che fu da lui preso nell’adozione. E siccome fu adottato dall’imperadore Claudio l’anno undecimo della sua età, e nel diciottesimo ascese all’impero, così è manifesto che, durante i sei anni trascorsi dalla sua adozione a quello in cui fu assunto all’impero, egli condusse la colonia in Benevento; locchè, secondo i calcoli più esatti, ebbe luogo nell’anno di Roma 804. Laonde è a ritenere che nell’intervallo di 79 anni furono dedotte due colonie in Benevento, una nel quinto consolato di Augusto, e l’altra circa due anni innanzi che Nerone reggesse l’impero. Si crede che questa colonia togliesse il nome di Concordia, ma il chiarissimo Garrucci propende a ritenere che il nome di Concordia fu aggiunto alla colonia condotta dai Triumviri a significare il loro accordo, e che in processo di tempo, rinnovellata da Augusto, tolse il nome di Augusta Felix, non solo per adulazione, ma sebbene perchè in quel tempo attinse il colmo della sua prosperità e floridezza.
Nerone, veleggiando per l’Adriatico, soffermossi alcun tempo in Benevento, invitato da Vatinio ai assistere ai giochi gladiatori che ei fece celebrare in quell’occasione con