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emancipazione | 23 |
Anch’egli piange morta la sua donna adorata, che dopo
La notte che seguì l’orribil caso. |
ed a lungo ammaestrollo filosoficamente nei supremi segreti dalla vita futura, quindi gli andò dolcemente esplicando le ragioni per cui in quella passata, eragli stata severa e gli dice:
Io temprai la tua fiamma col mio viso, |
e in tal modo seguita come maestra di sublime morale a spiegarli le cause che la indussero a mostrarglisi irata:
Più di mille fiate ira dipinse |
Ecco come sublimissimi intelletti immortalarono, divinizzarono quasi le donne da loro amate! Non soddisfazione passeggera de’ sensi, non vanità, di