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delle liste elettorali, dai gabinetti scientifici nè dalle università, dobbiamo aspettarci il modo di emergere nel mondo sociale, per pareggiarci all’uomo.

Le donna può forse a tutte le ore uscire dalla sua casa, aggirarsi per le vie, mescolarsi alle folle, vedere, intendere, confrontare, valutare, giudicare il movimento del pensiero e dell’azione popolare, non che quella delle sfere superiori? Per condizione fisica ella non è arbitra delle sue forze, della sua libertà di azione, certa della propria salute! Molteplici impedimenti le tolgono la sicurezza dell’oggi o del domani, E lo stato di gestazione?... ed il parto?... e l’allattamento?.. e l’infanzia del figliuoletti che richiede tanta cure incessanti e previdenti?...

Con tali interruzioni e lacune, come può la donna pretendere di assimilarsi all’uomo nell’esercizio dei diritti sociali, i quali per essere esercitati, vogliono studio, continuità, fatica, intensità di attenzione ed osservazione profonda, maturità di ragione e conoscenza assoluta delle sociali contingenze, esigenze, condizioni e combinazioni?

E se la donna odierna sente, comprende di non potere intrudersi, imporsi soverchiamente, arditamente nel movimento sociale ordinato a governo, e neppure nello sviluppo o congegno scientifico, legislativo, nazionale, a cosa mira? cosa chiede infatuata e smaniosa? Perchè urla con arroganza «Eman-