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alla vita in uno e al terrore.) Andate via di qui! andate via! Lasciatemi! lasciatemi!»
Sveltasi dalle mie braccia, corse come rifuggendosi ad un angolo della sala, e si copriva il volto, quasi il mio aspetto presentasse una vista infausta al suo sguardo. Io rimasi com’uom percosso dal fulmine; nè potea prestar fede ai miei sensi medesimi. Tremebondo, confuso, la seguitai. Mi sforzai prenderle la mano; ma ella la ritrasse abbrivida qual se l’idea di toccarmi le inspirasse orrore.
«Giusto Dio! Bianca! (esclamai) Come si spiega un tale mistero? È questa l’accoglienza dopo una sì lunga lontananza? questo l’amore che mi giuraste?»
All’udire commemorare la voce amore, tutta raccapricciò; e voltasi a me con viso in cui leggeansi affanno, delirio, disperazione: «Mai più questa parola! mai più! (anelante dicea). Non mi parlate più mai d’amore... Io son maritata!»
Barcollai come se avessi ricevuto un mortal colpo; e tale fu di fatto al mio cuore; raggiunsi un telaio di finestra cercando a che reggermi. Per alcuni momenti erano un caos tutte le cose che mi stavano intorno. Riavutomi dal primo stordimento, vidi Bianca stesa sopra un sofà, che tenea il capo sepolto in mezzo ai cuscini, e in convulsivi singulti anelante. Lo sdegno mosso in me dalla sua incostanza prevalse per allora ad ogn’altro sentimento.
«Mancatrice di fede! spergiura!» (io gridava trascorrendo su e giù a lunghi passi la stanza.) Ma un’occhiata volta di nuovo su quell’ente angelico che soffriva ammollì tutto il mio risentimento. Ah la collera insieme con l’idea di lei non potea soggiornare in quest’anima!
«Oh Bianca! (angoscioso esclamai.) L’avrei io nemmen sognato? Poteva io mai sospettare in Bianca una donna che m’avrebbe ingannato?»
Sollevò allora il volto tutto inondato di lagrime, e in cui tutto il tumulto appariva de’ suoi affetti; poi volgendomi una commoventissima occhiata, soggiunse: «Io ingannato voi! Voi che mi raccontarono che eravate morto!»