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punto che d’altrettanto scemava mentre io partiva; e a proporzione di questi aumenti visuali parea si dilatasse il mio cuore. Mi diedi a contemplare quella soave meta de’ miei voti col telescopio. Già sembravami a grado a grado discernere una forma dall’altra; e il poggio del salone di mezzo d’onde scorsi Bianca la prima volta che entrava sotto quel tetto; e il terrazzo ove sì di frequente avevamo trascorse in compagnia le deliziose estive serate; e la cortina che moderava la luce della finestra della sua stanza; dietro la quale cortina io già vedea Bianca con la mia fantasia. Oh avesse ella potuto sapere, io pensava, che il suo amante sta entro al legno le cui vele or biancheggiano su le argentee spume che percuotono questo lido! La mia ardente impazienza col più avvicinarmi a questo lido crescea; io accusava il bastimento di fendere pigramente le onde, e avrei tolto a patto fosse pericolato, e raggiugnere più presto a nuoto quella sospiratissima spiaggia.

Le ombre vespertine a grado a grado copersero questa scena; ma surta la luna in tutta la sua pienezza e beltà, spargea su la incantata costa di Sestri quella blanda luce tanto cara agli amanti. La mia anima entrava in un pelago d’ineffabile dolcezza. Io già mi anticipava al pensiero le beate sere che trascorrerei ancora diportandomi al lume di quell’astro benefico in compagnia della sovrana de’ miei affetti.

Era già notte avanzata prima ch’io entrassi nel porto, e solo allo spuntare del successivo mattino potei vedermi libero dalle formalità dello sbarco. Montai a cavallo, e m’affrettai alla volta della ben nota villa. Intantochè io radeva galoppando i fianchi dello scoglioso promontorio su cui sta il Faro, e mentre io vedea schiudersi dinanzi a me la costa di Sestri, mille ansiose dubbiezze sursero d’improvviso entro il mio seno. Un tal qual sentimento, che partecipa di terrore, va sempre unito ai ritorni degli amanti: l’amara incertezza cioè sui danni o i cambiamenti che possa avere operati la lontananza. Sì violenta agitazione provai in quel