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essi acquistati nel campo od alla caccia. “I rotti scudi e gli smagliati usberghi”, con le lancie spezzate e le stracciate bandiere, misti andavano alle spoglie delle silvestri battaglie; le ganascie del lupo e le zanne dell’orso digrignavano orribilmente in mezzo a dardi e ad accette, ed uno smisurato pajo di corna cervine spandeva i rigogliosi suoi rami appunto appunto sopra la testa del giovane sposo.

Poco attese il cavaliere alla compagnia ed al trattamento: poco o nulla gustò del banchetto, e sembrava tutto assorto nella contemplazione della sua sposa. Conversava a bassa voce per non essere sentito — perchè forte non è mai il linguaggio degli amanti; eppur dov’è l’orecchio femminino ottuso cotanto che non sappia afferrare il lievissimo mormorar dell’amore? V’era un misto di tenerezza e di gravità nelle sue maniere, il quale parea che avesse un potentissimo effetto sulla giovine dama. Arrossiva essa ed impallidiva secondo che ascoltava con profonda attenzione; di quando in quando faceva timidamente qualche risposta, e se voltava egli l’occhio un momento, tosto ella dava di volo uno sguardo furtivo a quel suo romantico contegno, e mandava un gentile sospiro di tenera voluttà. Era manifesto che la giovane coppia già si amava caldissimamente. Le zie profondamente versate nei misteri del cuore protestavano che caduti erano in amore l’uno con l’altro, a prima vista.

Procedeva intanto il convito allegramente, o almeno rumorosamente; perchè i convitati graziati erano di quel buon appetito che suol accompagnare le borse vuote e l’aria di montagna. Il barone raccontò le sue migliori e più lunghe storie, nè mai le aveva dette così bene o piuttosto con effetto maggiore. Se qualche cosa vi avea di maraviglioso, gli uditori si perdevano nella maraviglia; e se qualche cosa di faceto, certo che ridevano precisamente al giusto suo luogo. Il barone, è vero, come il più de’ grandi uomini, era troppo sublime per lasciarsi fuggine alcuno scherzo che scipito non fosse; venia però sempre afforzato da un bicchiere di eccellente Hochheimer; ed anche uno scherzo scipito,