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Il contino Von Altenburg andava tranquillamente proseguendo la sua strada in quel sobrio trotterello in cui viaggia un uomo a fin di matrimonio, allorquando i suoi amici tolto gli hanno d’in su le braccia tutto l’incomodo e l’incertezza del corteggiare, e sta una sposa attendendolo tanto certa quanto un pranzo al termine del suo cammino. Aveva egli incontrato a Wurtzburgo un giovane compagno d’armi, col quale era stato alcun poco in servigio sulle frontiere; Ermanno Von Starkenfaust, uno dei valorosissimi per braccio e laudatissimi per cuore della tedesca cavalleria, che se ne tornava allora dall’armata. Non era il castello di suo padre molto discosto dalla vecchia fortezza di Landshort, sebbene una contesa ereditaria nemiche rendesse le due famiglie, e le facesse l’una all’altra straniere.

Nell’espansione del cuore a quel grato incontro, i due giovani amici si comunicarono scambievolmente le passate loro avventure e buone fortune, ed il conte raccontò intiera l’istoria delle divisate sue nozze con una giovane che non avea mai veduta, ma della cui bellezza ricevuto aveva le descrizioni più seducenti.

Siccome la strada che aveano a fare, correva nella medesima direzione, e’ convennero di fare insieme il rimanente del viaggio, e affine di farlo con maggior commodo, partirono di Wurtzburgo assai per tempo, avendo il conte, dato l’ordine a quei del suo seguito di venirgli appresso e di sopraggiungerlo.

Ingannavano essi intanto il cammino con le rimembranze delle loro militari spedizioni ed avventure; ma il conte rendeasi di quando in quando un pochetto tedioso rispetto alle decantate attrattive della sua sposa e alla felicità che lo attendeva.

Di tal guisa entrati erano in mezzo alle montagne dell’Odenwald, e già traversavano una delle più solinghe e più foltamente imboscate sue gole. Ben si sa che le foreste della Germania sono state mai sempre tanto infestate dai ladroni quanto i suoi castelli dai fantasimi; e allora poi erano gli assassini stranamente numerosi per le orde di soldati