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ricercate nella semplicità di queste abitazioni d’origine millenaria.

Appena entrati, si trova, non la stanza centrale, contenente il focolare, come avviene in pianura, ma uno scompartimento oblungo, talora illuminato da una finestra che è al fondo o da una specie di spiraglio al di’ sopra della porta. A destra e a sinistra si apre una stanza d’abitazione: prima che si introducesse il termine turco odaie, indicante la camerata dei giannizzeri o un ridotto per il bestiame, queste stanze si chiamavano case, come la casa stessa: la grande camera a destra, casa mare, solo per gli ospiti; la piccola a sinistra per tutti gli abitanti e per tutte le occupazioni (1). Vi sono casi frequenti in cui la linea molto elastica, la dorsale cascante del tetto discende a destra e a sinistra, massime in fondo, in modo da riparare un rispostiglio o una cucina, aggiunti alle altre parti della casa.

Il portone (vedi più oltre), da un capo all’altro del territorio romeno, è spessissimo una cosa indipendente, di grande importanza. Certe volte non ci sono che le due assi cui è attaccata la porta propriamente detta, la porta grande, e la portița, la porticina. Ma assai spesso sono riunite da una tettoia speciale, coperta di tavole e di assicelle, e si ha allora come un arco di trionfo per questa cavalleria rusticana. Ho visto delle stanzette di legno, veri posti d’osservazione stabiliti sopra la porta, o ricovero per i colombi. Forme di tetti simili a queste coprono le fontane e le croci innalzate lungo la strada, per ricordare fatti storici, omicidi, o anche per manifestare la religiosità di persone i cui redditi non consentivano di costruire una chiesa.

Questo tipo di casa rurale s’incontra ovunque nei Car-

  1. Lo Jänecke, Das Bauer-und Bojurenhaus, osserva con ragione che da tale distribuzione deriva la locuzione popolare: O pareche de case, «un paio di case».