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tare verso gli altipiani elevati o per discendere nella larga pianura.
Vi sono molti tipi di case, talora anche diversi secondo le vallate che formano le divisioni naturali della terra romena, in quella regione montagnosa ove, se i villaggi non sono molto abitati, si ha come una continuità di case, da un aggruppamento all’altro, da un villaggio al villaggio vicino. Ma, tranne per i magazzini di granturco, fatti di verghe di salcio intrecciate, e solo in certi distretti, non si trova mai altra forma che quella d’un quadrato o piuttosto d’un parallelogramma, più largo dal lato della facciata che, specie se sostiene dei vasi di fiori su assicelle o sul davanzale del balcone, sembra sorridere al passeggero e invitarlo a riposare un momento sotto il suo tetto.
Per questa costruzione si possono adoperare dei tronchi squadrati le cui estremità si incastrano le une nelle altre, e tagliare in queste masse di legno le porte e le finestre. Di solito, e specialmente al tempo nostro, il procedimento è diverso e somiglia a quello della capanna pastorale. Ma l’abitazione non è aperta a tutti i venti: i «pali» non si trovano solo agli angoli, e fra i loro sostegni è intercalato un tessuto di verghe molto fitto che vien poi coperto d’argilla mista agli escrementi del bestiame, o anche di palle fatte di verghe e di questo miscuglio attaccaticcio.
La parte inferiore delle pareti così formate sporge in avanti, sia, come nella regione collinosa valacca, con la base, fatta di pietre rotonde prese nel ruscello vicino e che fa le veci di fondamenta, sia con quella che nella Moldavia montagnosa si chiama la prispa e che è fatta di semplice terra battuta. Spesso si dorme su questo letto all’aria aperta e vi si passa la serata a chiacchierare sotto la chiara luce lunare o sotto l’incerto scintillio delle stelle. Su questa parte di basamento si appoggiano delle colonnette disposte su una