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il «cavallo» (cal in romeno). Introducendo un altro pezzo di legno, il năclad, si impedisce al fuoco di incendiare le pareti facilmente infiammabili della capanna. Gli unici utensili sono quelli contenuti in una bisaccia appesa alle pareti, e dei vasi di legno, (il cui nome, găleată, dev’essere antichissimo), per contener il latte e per preparare il formaggio.

È molto raro che si usino dei procedimenti artistici per ornare questa dimora passeggera che sarà abbandonata o anche distrutta a una nuova emigrazione del gruppo pastorale. Ma le cose vanno altrimenti per i bastoni, cațe, bâte, le mazze di legno resistente di «caprifoiu» (lanicera caprifolia) (1) che formano lo «scettro» permanente di questi conduttori di greggi. I flauti, di cui alcuni regolano la marcia della piccola truppa, portano degli ornamenti dello stesso genere, e così pure i cucchiai, i coltelli e altri elementi di questo sbrigativo impianto domestico. Ma, siccome appartengono alla categoria degli utensili, saranno studiati insieme con quelli, molto più numerosi, che si trovano nella casa del contadino.

Nella regione collinosa, da cui più d’una volta partì la colonizzazione della pianura traversata dalle invasioni, la casa romena, che corrisponde a quella di tutta la regione della penisola balcanica fedele alle tradizioni traco-illiriche — diverse, come presto vedremo, da quelle mediterranee — ha il suo carattere più completo e la più ricca ornamentazione. Ma bisogna dire che fra il sistema ornamentale del pastore e quello del contadino non vi è alcuna differenza essenziale. Ciò non significa che noi vogliamo attribuire al pastore in questi paesi un’antichità più grande che al contadino — suo vicino e suo parente — , perchè il primo in certi momenti si stacca dall’ambiente del secondo per mon-

  1. Dan. loc. cit., pag. 105.