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pronta esclusivamente orientale era qui più uniforme (1). Le piccole monete turche sospese alle fini catenelle con cui terminano le collane d’oro e d’argento nella penisola mostrano che cosa rappresenti questa nuova fase d’una infiltrazione più volte secolare, che potè impedire il formarsi d’un’arte dei metalli in regioni dove, da Novobrdo in Bosnia ad Abrud in Transilvania, i metalli preziosi non mancano; ma non fu capace di influire sui procedimenti antichi e di acclimatarsi producendo nuove cose, adatte al gusto di altre nazioni e alle condizioni di altri climi.

L’eresia dei bogomili o patarini, dei «catari», di derivazione manichea, penetrando dai suoi antichi centri asiatici in Tracia, dalla parte di Filippopoli, e fino in Bosnia, dove per secoli ebbe il suo centro principale, aveva prodotto un altro influsso d’arte asiatica di penetrazione puramente religiosa. Sulle pietre tombali dei fedeli del «died» e del «gost», i capi del loro scisma, erano state scolpite delle stelle, delle mezze lune, delle figure ricordanti la Persia, culla di questa fede dissidente del cristianesimo.

Ma questo influsso turco ebbe un dominio più vasto di quelli che l’avevano preceduto. Dei Turchi dell’Anatolia furono colonizzati fra i cristiani aborigeni, tanto nella Macedonia che sulle sponde del mar Nero e sulla riva destra del Danubio — e, dopo la conquista delle teste di ponte opposte, anche sulla riva sinistra. Per la prima volta il contadino dell’Oriente fece sentire la sua influenza su quell’altro contadino, fedele da millenni ai suoi costumi e alle sue pratiche.

I suoi lavori d’ago e i suoi tappeti tessuti s’imposero all’attenzione, all’interesse, all’ammirazione dei vicini e dei coabitanti, che erano dei sudditi. I fiori della Persia compar-

  1. Spesso Arturo Haberlandt deve segnalare delle analogie nel Turchestan cinese, nell'India (pag. 13), nel Tibet (p. 23) nell’Altai (p. 21), in Cina (p. 26), etc.