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72 capitolo iv


nel nome del rè dei Romani Massimiliano. La Signoria scelse Matteo da Murano, che rimase in Moldavia tre anni: in dicembre 1502 Demetrio Purcivio (Purice), messo di Stefano, domandava «qualche farmacie» pella gamba del vecchio principe ammalato. Questi parlava a Matteo della sua vita di guerre e di sofferenze: «io sono circondato da inimici da ogni banda, e hò avuto bataie 36 dapoi che son signor de questo paese, de le qual son stato vincitore de 34 e 2 perse», e ’l «ciroico» lo giudicava «homo sapientissimo, degno de molta laude, amato molto da li subditi, per esser clemente et justo, molto vigilante et liberale, prospero de la persona per la età sua, se questa infirmità non lo havesse oppresso». I Moldavi, che fornivano un’esercito di 40.000 cavalieri e 20.000 fanti, sembravano al medico veneziano «valenti uomini et homini de fatti, et non da star so li pimazi, ma a la campagna». Nel dicembre 1503 si presentava dinanzi alla Signoria un’altro ambasciatore di Stefano, il cubiculario Teodoro, per dimandar un medico invece di Mattia, ch’era morto in suo servizio. «Di li piedi e di le man non si poteva mover di ajutar, dil resto sta bene», era il diagnostico, ed era stato adimandato il «conseglio di medici di Padoa» pella malattia del settuagenario principe. «Col sangue potendo, lo voria varir», fu la risposta del doge. Tre medici volevano andar in Moldavia col salario di 500 ducati all’anno: Zorzi di Piamonte, Alessandro Veronese ed Hiero-