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48 capitolo iv


moldavo: dischi di smalto con figure prese dalla mitologia popolare, ornano le severe linee di pietra, e mattoni nudi, di variegati colori, formano dissegni longitudinali. Una sola torre, sottilissima, sale dal mezzo del tetto coperto a quadrelli; le campane pendono dalla gran torre sotto la quale è praticato l’ingresso nel vasto cortile. Niente di quell’influenza del Rinascimento che padroneggiava alla splendida Corte del fastuoso rè Mattia si scorge in questa giovine arte, nudrita soltanto dalle tradizioni del medio evo.

2. Contro la Valacchia sottomessa presso che assolutamente alla prepotenza turca doveva volgersi adesso il Moldavo vittorioso per chiuder al Sultano i passi del Danubio. Il «bel» Radu, già favorito di Mohammed II, fu il primo nemico da esser allontanato o distrutto. Radu stesso aveva provocato il vicino più possente gittando le orde tartare contro la Moldavia, che avevano spesse volte visitata; già la flotta turca si preparava anch’essa per prender Saline (oggi Sulina, alle bocche del Danubio) e Moncastro, e Stefano mandava a Caffa, che prendeva le sue misure di difesa, ambasciatori in cerca d’aiuto. Ma nelle selve di Lipnic i Tartari furono vinti dai Moldavi: il monastero di Putna, dove Stefano volle esser sepolto e dove i monaci segnarono in lingua slava, la lingua della chiesa, dello stato, della letteratura, le gesta di questo regno guerriero, fu eretto