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36 | capitolo iii |
cioè lo permetteva la conquista del Mar Nero per parte dei Turchi.
6. Il tempo veniva in cui i Moldavi dovevano pur cercar d’impadronirsi del lido pontico settentrionale, credendo di potere mantenersi di fronto agli Osmani. Già nel 1444 incontravano i Genovesi difficoltà nel loro viaggio pella Moldavia, e Craveotto Giustiniano fu spogliato dal principe Stefano, figlio e secondo successore di Alessandro; si computava a 4.500 «ducati di Moncastro» il danno da lui subito, e si accordarono rappresaglie in suo favore. Nondimeno i Peroti passavano per questo paese nelle loro relazioni coi Germani ed Armeni della città galiziana di Lemberg, «Leopoli» pegl’ Italiani. Genovesi portavano ai mercanti moldavi pepe comprato a Brussa, gottoni, cappelli «pilosi», taffetà ed altri panni fabbricati in Oriente. Stefano-il-Grande voleva farsi in Genova «una spada ala facione velachesca», ed i Caffesi gli presentarono qualche «bello baselardo dorato». Questo negozio era in relazione colla strada commerciale moldava, che legava Lemberg dei rè di Polonia con Caffa. La Valacchia non aveva più importanza pei negozianti di Genova, di Pera e Caffa, ed il parere che le scale danubiane Giurgiu e Calafat avessero che fare collo stendardo di S. Giorgio o coi calafatti di Genova non riposa sù nissun fondamento; l’attribuire le più forti città moldave, Suceava, Hotin, etc., a ingegneri genovesi si spiega coll’uso