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24 | capitolo ii |
4. L’invasione tartara rese per sempre impossibile questa dominazione ungherese sul Danubio inferiore la quale avrebbe impedito lo sviluppo politico dei Rumeni anche su questo territorio. Dopo che i barbari si furono ritirati, il rè Bela IV volle confidar il suo dominio transalpino alla milizia degli Ospitalieri. I Voevodi e giudici: Giovanni, Farcaş (ungh. Farkàs, Lupo), Seneslao ed i loro successori, Litovoiu, Bărbat, seppero mantenersi contro ogni tentativo di dominazione effettiva. Si sottomisero piuttosto ai Tartari, che non domandavano altro che l’annuo tributo e doni occasionali pei loro Cani.
5. Col finire del secolo decimo terzo la dinastia arpadiana cessò di regnare. Nei torbidi avvenuti per la successione i Rumeni poterono riunirsi e fondar il loro primo Stato, avendo come residenza del principe, del «Domn» di «tutto il paese rumeno» (Ţara-Românească; Valacchia), la città di Argeş, sulle sponde dei Carpati. Tihomir, nominato anco Giovanni, ci stava come dominatore independente verso il 1300. Basarab, suo figlio, rifiutò di pagar tributo al rè vicino, vinse l’Angiovino Carlo-Roberto che aveva guadagnato la corona di Ungheria, e ne distrusse l’esercito nel 1330. Sotto Lodovico-il-Grande, successore di Carlo-Roberto, un Voevod del Maramoros, Bogdan, entrò nella provincia ungherese al dilà dei Carpati ostici, nel paese presso al fiume Moldova, vinse i Rumeni ubbidienti al rè ed, appro-