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22 capitolo ii


questi stessi Ungheresi il titolo e l’autorità di Voevoda (slavico=duca); oltre i Voevodi ogni regione aveva anche i giudici subordinati ai loro «jude», «juzĭ» (slavico «knez») e formava una giudicatura come quella dei Sardi nel medio evo, un «județ» (judicium»).

2. Mentre Federico Barbarossa preparava la sua crocciata, i pastori vlachi del Pindo e dell’Emo si ribellarono contro l’Imperatore bizantino Isaaco Angelo, che aveva accresciuto i loro dazi. Pietro ed Assano, fratelli, proprietarii di greggi, ed un fratello minore, Ioniţă (Giovanni), crearono un nuovo Impero dei Romei (Greci) e Bulgari, che si mantenne, contro gl’Imperiali ed anche, un poco più tardi, sotto questo stesso Ioniţă che diventò l’imperiale Kaloioannes, contro i Latini di Baldovino di Flandria, nuovo imperatore latino nella conquistata Costantinopoli. L’astuto Vlacco, che sperava poter guadagnare Adrianopoli e la residenza stessa degli antichi Cesari, rannodò le relazioni colla Sede pontificale ed a coronarlo nella sua Capitale balcanica Trnovo venne un cardinale legato, Leone, nel 1204.

Mà, se la dinastia rimase vlacca finché questo Impero fù, anch’ esso, rovinato dagli Osmani verso il 1400, se le qualità e i diffetti di quel mondo pastorale al quale doveva la sua esistenza, si conservarono sempre in questi Zari, più potenti spesso dei Greci e Latini, rivali pel possesso di Costantinopoli, lo Stato