Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
176 | capitolo vii |
nessuna delle Università rumene ha oggi una cattedra di sola lingua e letteratura italiana (quella di Frollo è diventata cattedra di filologia romanica), in cambio nemeno lezioni riguardo ai Rumeni non furono mai fatte in Italia. I vincoli commerciali sono stati sempre negletti, malgrado le gloriose reminiscenze del medio evo. Tra gli stranieri che visitano l’Italia ben pochi sono i Rumeni. A Roma L’Ungheria hà la scuola che manca ancora ai Rumeni. Scarsissime sono le traduzioni rumene dalla letteratura italiana classica o moderna e nessun’opera rumena più estesa ebbe mai l’onore di una traduzione italiana. Ne approfittano Tedeschi e Slavi i quali hanno una nozione più precisa dei loro interessi.
21. Queste pagine furono scritte in un giorno di giubilo per gl’italiani e di speranze per il popolo rumeno, il quale si rammenterà della regia parola pronunziata sul Campidoglio, che ogni nazione hà il diritto imprescrittibile di trovar la sua forma politica una e definitiva, per collaborar al riavvicinamento della nazione latina oggi trionfante con quella che cerca ancora in dolorose lotte il suo integrale diritto.
Tipografia «Neamul Românesc», Vălenii-de-Munte, diretta dall' autore