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il risorgimento rumeno 175


canzoni e satire rimasero impareggiabili. Novellisti, come N. Gane, Giovanni Slavici e Barbu Delavrancea, diedero alla vita popolare la debita importanza di fonte ispiratrice dell’arte. Dalle lotte politiche trasse Giovanni Caragiale le sue acerbe commedie satiriche. Un nuovo tentativo d’introdur formule letterarie straniere vuote di senso fù superata da un nuovo movimento in senso d’originalità storica e popolare. Il pittore Niccolò Grigorescu rifletté nei suoi quadri la pace serena della vita pastorale che si conserva sulle falde delle montagne ove passò gran parte della sua vita.

20. Sotto Cuza, mentre si trattava e Garibaldi indirizzò una proclamazione al popolo rumeno ed un’altra al popolo magiaro,— di far combattere Kossuth e il principe rumeno contro gli Austriaci, scriveva a Bucarest uno dei rivoluzionari italiani, il Veneziano Marco Antonio Canini. Nella persona d’un altro Veneziano, Giovanni Frollo, la nuova Università di Bucarest trovò uno dei suoi migliori professori, ed i suoi consigli dati ai Rumeni che andavano sognando aventure lontane, sprezzando, a profitto dei Greci, Serbi e Bulgari, la realtà balcanica che si offriva loro da se, avrebbero dovuto esser ascoltati. Un’Italiano fondava a Bucarest il più popolare dei giornali, l’«Universul».

Ma il contatto coll’Italia si fece sempre meno frequente. Non cercheremo qui di chi ne sia la colpa. Se