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162 | capitolo vii |
sandro Giovanni Cuza (Giovanni era il nome di suo padre), Alexandru Ioan I accettò la nuova situazione, che le Potenze dovettero riconoscere.
13. Nel suo discorso dopo la prima elezione, Kogălniceanu abbozzava già il programma del nuovo regno. «Dopo cento cinquantaquattro anni di sofferenze, di umiliazioni e di degradazione nazionale, la Moldavia è rientrata nel suo antico diritto, consacrato dalle capitolazioni, il diritto di elegger il suo capo, il principe. Colla tua elevazione sul trono di Stefano-il-Grande, la nazionalità rumena stessa si è rilevata. Scegliendoti per suo capo, la nostra nazione hà voluto adempire un’antico dovere verso la tua famiglia, hà voluto pagar il sangue dei tuoi antenati, sparso pelle pubbliche libertà1. Eleggendoti principe della nostra patria, abbiamo voluto mostrar al mondo ciò che il paese intiero desidera: a nuove istituzioni, un uomo nuovo! O Signore, grande e bella è la tua missione. La Costituzione del 7 (19) agosto (1858) ci segna un’era nuova, e Tua Altezza è chiamata ad aprirla. Sii dunque l’uomo della tua epoca: fà così che la legge sostituisca l’arbitrario, che sia il potere decisivo. E tu, Signore, sii principe buono, mite, amoroso sopratutto per coloro pei quali quasi tutti i principi passati
- ↑ Due Cuza furono uccisi dai principi del secolo decimottavo: il primo per aver sostenuto gli Austriaci „liberatori" e l’altro per aver preparato il regno degl’indigeni contro i Fanarioti.