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154 | capitolo vii |
role latine ed italiane, arrivò più tardi, per spirito di reazione contro la scuola franceseggiante che viziava la lingua letteraria, a sostituir al rumeno, che aveva fatto scrivere con lettere latine, un curioso dialetto italiano di sua fabbricazione e una bizzarra ortografia.
6. Già avevano compiuto gli studi a Pisa il prete Efrosino Poteca ed il giurista Giovanni Moroiu. Anche Simeone Marcovici, tra i giovani profesori del Collegio di S. Sabba a Bucarest, ed il Greco Aristia, che faceva parte anche lui del corpo insegnante valacco, tradussero tragedie di Alfieri, lo stile nobile del quale piacque, come anche la «Francesca» di Ulisse Bucchi.
7. Ma il più importante discepolo degl Italiani fù Giorgio Asachi, creatore della letteratura periodica e primo promotore delle scuole superiori in Moldavia. Figlio di un prete, aveva studiato a Vienna, poi a Roma, dove fù membro di un’Accademia di poeti e stampò nel giornale «il Campidoglio» versi scritti dopo qualcheduna di quelle «caccie amorose» ch’egli notava in un bozzetto di studente; conservò sempre relazioni di più purissima amicizia con una donna italiana di alto merito, Bianca Milesi. Scrisse sonetti e odi in cui si distingue, invece della fraseologia romantica francese, la frase poetica pura, classica, dei suoi maestri. «In questo giardino dell’Universo», scriveva lui, cantando l’Italia, «dove dolce suona la favella — ,