resi essendo decisiva. Un suo successore che proseguì fino all’ultimo la lotta pei diritti politici della sua nazione che i Magiari trattavano da paria, Giovanni-Innocenzio Micu-Klein dovette rifugiarsi a Roma, dove si vede ’l suo sepolcro nella chiesa della Madonna del Pascolo. Ma colui che mutò la sua sede vescovile a Făgăraş (Alba-Iulia, la residenza ordinaria dei vescovi rumeni, era diventata la fortezza di Karlsburg), Pietro Paolo Aaron, fù il fondatore delle scuole superiori di Blaj che gli era stata conceduta per sua abitazione, in un tempo in cui le Accademie dei principati impartivano l’insegnamento greco. Mentre le sofferenze dei contadini dovevano condur in breve alla terribile rivoluzione di Horea, che finì condannato al supplizio della ruota (1785), le scuole di Aaron davano alunni i quali, come cattolici, proseguirono i loro studi dai Gesuiti di Tirnavia, negl’istituti di Vienna ed in Roma stessa, dove questi figli di contadini, appartenenti a un popolo povero, ignorante e sprezzato, ebbero un fiero sussulto nel vedersi appartener pei loro più antichi antenati al popolo che aveva soggiogato l’«orbis» intiero per incivilirlo e che aveva lasciato scolpite in marmo eterno le sue tracce in questa città di gloriosi ricordi. Invece di tornar teologhi eruditi e disciplinati, apparvero come spiriti liberi, coltivatori avanti tutto delle memorie nazionali, fanatici difensori della latinità e romanità nei loro scritti di filologia e di storia, in cui adoperarono, facendosene un dovere d’onore, i «caratteri antichi», cioè le lettere latine, scacciando l’alfabeto cirillico dei Slavi, le parole