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134 capitolo vi


vane di Şerban Cantacuzino, discendente, per la madre, del bravo Radu Şerban, Costantino Cantacuzino, il quale fu poi corrispondente, informatore del celebre conte Marsigli di Bologna (generale imperiale e negoziatore della pace di Carlowitz (1699), autore dello «Stato dell’Imperio ottomano» e del «Danubius pannonicomysicus»). Nel 1667 dopo due anni, lasciava Costantinopoli sulla nave veneziana del capitano «francese» Bernardo Martinengo, la quale aveva due nomi: «Madonna del Rosario» e «Corona Aurea». Per paura dei pirati barbareschi si fece il viaggio fino a Zante in compagnia della nave del marchese piemontese Villa, che tornava da Creta assediata dai Turchi. Si fermarono a Ragusa, «Arausa». Entrarono nel porto di Venezia in un «giorno bello e sereno». L’avvocato Santonino condusse il giovane rumeno a Padova, ove diventava l’ospite del sacerdote Alvise Fiorio, poi della signora Virginia Romana ed allievo dell’«Accademico» Antonio dall’Acqua, del «filosofo» Albanio Albanese, del matematico Bonvici. «E cominciai ad imparare, invocando Dio santissimo e potentissimo e l’aiuto perenne della beatissima Madre di Cristo, nostro Signore, con tutto il mio poco umano potere.» Passò due anni intieri a Padova e partì con una collezione di libri che dovevano nudrir i suoi studi letterari.

8. Costantino Cantacuzeno ebbe l’ardito proposito di scriver una storia critica dell’ intero popolo rumeno,