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decadenza politica e sociale | 133 |
ed anche compendi sulle origini rumene. Costui conosceva le gesta di Traiano stesso, «primo fondatore di questi paesi» e della nazione rumena, «ch’è una sola in questa nostra Moldavia, nella Valacchia e nell’Ungheria». Descriveva l’Italia, «prima patria» della sua nazione, l’Italia che non è «tanto lontana», — soli «trenta giorni dal Belgrado serbo fino in Occidente»! «È il paese italiano ripieno, come un mellagrana, di città e di terre civili; molti abitanti, prosperissimi mercati. Per la sua civiltà e bellezza è stato clamato: Paradiso terrestre. Nessun’altro paese hà quel suolo, quelle città, quei giardini, quell’arte architettonica, quella vita così felice; uomini gai e sani; non vi sono i gran caldi e gl’inverni rigorosi; grano abbastanza; vini dolci e leggieri; abbondanza d’olio e di frutti di ogni specie: cedri, aranci, limoni e canna da zucchero (!); cittadini colti più di ogni altro popolo, fedeli alle promesse, sinceri, miti, non superbi cogli stranieri: tutt’al contrario, diventano subito loro soci con gran gentilezza, come se fossero loro consanguinei; d’intelligenza fina, ed è perciò che vengono chiamati gentiluomini... Quel paese è adesso sede e nido di tutte le scienze e belle arti; com’ era già Atene dai Greci, così è adesso Padova in Italia.»
Già Alessandro Mavrocordato, come tanti altri Greci nel secolo decimosesto, aveva fatto i suoi studi in medicina a Padova. Il primo Rumeno fin’ora conosciuto che seguì tale esempio fù il fratello più gio-