Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
decadenza politica e sociale | 125 |
sacchi e Moscoviti (contro l’Imperatore guerra del 1662-4; poi nel 1683 e seg.; coi Polacchi, 1672-8; coi Cosacchi e Moscoviti, 1678-81). L’occasione di far le loro proposte ai cristiani occidentali diventarono sempre più spesse. Gregorio Ghica si fece cattolico negli anni che dovette passar come fuggiasco in Occidente e battezzò Leopoldo, dal nome dell’Imperatore, un suo figliuolo. Era a Venezia nel 1671 e diceva voler andare a Roma ed a Loreto; sua moglie, Maria Sturza, tornò nel 1672 da Venezia in gonnelle alla franca, che fecero l’ammirazione delle signore valacche. Ai 30 di marzo st. v. 1673 Stefano Petriceicu, principe di Moldavia, che doveva poi, nella battaglia di Hotin, tradir i Turchi e passar nel campo di Sobieski, scriveva ai Genovesi parlando del loro dominio sul Danubio Inferiore e sul Mar Nero, e del suo progetto di una crociata liberatrice. Sotto le mura di Vienna Şerban Cantacuzino (principe 1679-88), della famiglia imperiale bizantina, transmutatasi in Valacchia al tempo di Michele-il-Bravo, poi anche in Moldavia, si mostrò amico della cristianità, e l’altare portatile che aveva fatto erigere nel mezzo del suo campo, la «croce rumena», ritrovata dopo la disfatta del Vezir Carà-Mustafà, si conservò qualche tempo nella «capella moldava».
Şerban, ritornato in Valacchia, proseguì fino alla sua morte le negoziazioni cogl’Imperiali, ai quali domandava l’occupazione prealabile del suo paese che da solo non era in istato di difender contro i Turchi