Pagina:Iorga - Breve storia dei rumeni, 1911.djvu/127


decandenza politica e sociale 123


Bonnicio domandavano la sede vescovile di Bacovia. Mentre Basilio desiderava il Greco unito Giacinto Macripodari, Matteo faceva venire Buonaventura di Campo Franco. Il vicario o amministratore Marco Bandino, vescovo di Marcianopoli in Bulgaria, visitò verso il 1650 Matteo, che dimostrò interesse pella persona del Pontefice. Restando qualche tempo in Moldavia, dove ebbe a portar una lotta accanita coi frati ungheresi, che si erano impadroniti delle rendite di quella chiesa, Bandini ci ha tralasciato una preziosissima descrizione di questo principato. Trovò in Iassi, che gli parve da lontano, colle sue colline, un’altra Roma, 15.000 case, 60 chiese e 11 chiostri, nonché 20 scuole con 200 studenti; la scuola di Basilio, in cui si studiavano anche le lettere latine, era già stata bruciata. Tra i cattolici vi si trovavano pochissimi Italiani. I Gesuiti polacchi mantenevano una scuola che durò anche dopo il 1700, ma gli Ungheresi denunziavano al principe la loro avarizia e rapacità: «se faranno il loro nido in Moldavia, colle loro astuzie prenderanno i migliori monasteri e se la rideranno di tutto il clero ortodosso». I costumi erano talmente dissoluti nella piccola colonia che il missionario Pietro-Paolo per qualche bicchiere di vino aveva maritato una donna due volte in una sola settimana. Il principe intervenne nelle contese dei religiosi cattolici con questa sentenza: «E vergogna veder querelarsi coloro che, secondo la loro missione, dovrebbero portar, aiutar e propagar la pace». Ovvero: «Date le chiavi