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116 capitolo v


come ricompensa pei servizi prestati nel corso delle negoziazioni pella pace coll’Imperatore, al Croata, o piuttosto Morlacco italianizzato, Casparo Gratiani, prima duca di Paro e Nasso. Gratiani sperava poter seguir le traccie di Michele: ambiva la Transilvania e si ribellò contro i Turchi, chiamando in suo aiuto i Polacchi, che subirono un vero disastro a cui Casparo stesso non sopravisse, essendo ucciso da due boiari che l’avevano accompagnato nella sua fuga. Questo principe cattolico, che chiedeva soccorso al Papa e voleva sposar la figlia del dragomano veneto, menò con lui Ragusini ed Italiani, un Resti, un Annibale Amati, capitano di Hotin ed il capitano di Galaţi, Giambattista Montalbano, scrittore delle cose turchesche, di cui si conserva anche una «Vera relatione et aviso di Moldavia» sulla tragedia di Casparo Gratiani; voleva far commandante di tutte le sue forze lo stesso conte Maiolino Bisaccione, di Bologna, uno degli storici di questo tempo. Anche Polo Minio che voleva spedir per la via di Vidin e della Bosnia cavalli moldavi da impiegarsi nella cavalleria veneta, visitò in quel tempo il paese dove aveva regnato il suocero suo, e vi trovò ancora la memoria del «famoso Michale Vaivoda».