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ultimi tempi di indipendenza 111


Basta mandò a Roma la nuova della morte del suo nemico per mezzo d’un Milanese «di Casa borsate», e ’l nuncio Spinelli non trovò nemeno una parola di condannazione dell’atto criminale di Torda.

21. Venezia, una volta la prima tra i rappresentanti di quell’idea politica del cristianesimo militante, aveva già da lungo tempo abbandonato quest’ideale, - cioè dalla perdita delle sue colonie orientali, poi dall’ultimo insuccesso della Lega che aveva guadagnata la gran vittoria navale di Lepanto. Michele conobbe i Veneziani soltanto dal lato mercantile, comprando da loro panni, stoffe di raso e di veluto, pelli di leopardo, scimitarre, nonché colori, confetti, «zuccheri» ed olive, e pagava il dazio di «ducati nove e mezzo», pel trasporto in valore di 170 ducati.

22. Radu Mihnea, allievo di maestri veneziani, fu mandato da Costantinopoli più volte per occupar la sede dei principi valacchi contro Simeone e contro il nuovo candidato del partito guerriero, amico degl’Imperiali e della cristianità, il boiaro Şerban, che si fece chiamare anche lui: Radu. Questo Radu Şerban, che ricevette la confermazione di Rodolfo II e l’appoggio costante di Basta, ebbe a difendersi contro il Can dei Tartari che, riconducendo Simeone, penetrava fin nelle montagne di Prahova, dove, nel settembre del 1602, fu respinto, dopo ripetuti assalti di cavalleria