Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/168

138 de antiquissima

conato altro realmente non sia che sostanza. Dalle quali cose tutte così considerate vedrete soddisfatte, io spero, tutto quel gruppo di opposizioni che mi fate intorno al conato (pag. 110), le quali tutte dependono da quella prima minore: Ma il conato, conforme insegna il nostro Autore, è lo stesso moto; la qual sì che sembra aver bisogno di pruova.

Vagliami terminar questa disputa con questa riflessione: Il raffinato buon gusto del secolo resta oggi tutto appagato se vede gli effetti della fisica pruovati con gli effetti della meccanica, cioè con esperimenti che ci diano lavori simili a quelli della natura. Dunque dovrebbe anche appagarsi se vedrà pruovate le cagioni della fisica con le cagioni della geometria, che nel mondo delle astrazioni operano similmente che la metafisica nel mondo delle realitadi. E riceva la sostanza diffinita in quella maniera che si può, con l’attributo dimostrato dell’eguaglianza de’ suoi sostentamenti e sforzi; onde s’intenda quel

Jupiter omnibus aequus.


Poichè l’uniche conoscenze scientifiche che possiamo aver giammai, sono quelle intorno ai rapporti di grandezza e di moltitudine. Talchè la prima idea che i filosofi hanno di Dio, dalla quale poi raccogliono tutti i suoi divini attributi, è quella d’infinito, che è un rapporto della grandezza.

Ma voi dite (pag. 110) che «tal concetto ch'io do alla sostanza, convenendo altresì alle sostanze spirituali e pensanti, se ne potrebbe dedurre che queste ancora sieno principio di estensione e di moto; il che per altro è un manifesto assurdo.»

Questa difficoltà, come quelle che fate dell’immortalità dell’anima, dove par che premete la mano con ben sette argomenti, se non mi fosser fatte da voi, io giudicherei che andassero più altamente a penetrare in parte, la quale quantunque si protegga e sostenga con la vita e coi costumi, pure s'offende con l’istessa difesa. Ma trattiamo le cose. Sostanza in genere dico esser ciò che sta sotto e sostiene le cose, indivisibile in sè, divisa nelle cose ch’ella sostiene; e sotto le divise cose, quantunque disuguagli, vi sta egualmente. Dividiamola nelle sue spezie: sostanza distesa è quella che sostiene estensioni disuguli egualmente; sostanza cogitante è quella che sostiene pensieri disuguali egualmente: e siccome una parte dell'estensione è divisa dall'altra, ma indivisa nella sostanza del corpo; così una parte della cogitazione, cioè a dire un pensiero, è divisa dall’altra, cioè da altro pensiero, ed è indivisa nella sostanza dell'anima. Credo, se non erro, essersi schivato ogni assurdo.

Passiamo a quelle dell’immortalità dell’anima umana. Credettero gli antichi, l’animo esser veicolo del senso, ed esser l’aria insinuata nei nervi; come l’anima veicolo della vi-