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italorum sapientia 137

e corpo. Nella percossa, per esempio, è in moto la mano che percuote (Cap. IV, § 4, pag. 73): è in moto la palla che par quieta; per quello ne ragionammo non darsi quiete in natura: è in moto l’aere che circonda e la palla e la mano, ed è lo spazio che tra la mano e la palla si frappone: è in moto l’aria allo spazio vicina, e l’altra vicino a questa infino all’universo. Al moto della mano dunque, perchè egli è pieno, risentesi l'universo; e sì il moto di ciascuna parte diviene sforzo del tutto, lo sforzo del tutto è in ciascheduna sua parte indefinito. Dunque la percossa non serve ad altro che di occasione che lo sforzo deil’universo, il quale era sì debole nella palla che sembrava star queta, alla percossa si spieghi più; e più spiegandosi, ci dia apparenza di più sensibile moto.

Ed è tanto lungi dal vero che questa metafisica sconvenga al buon gusto della nostra età, che ora nelle matematiche, e in conseguenza nelle meccaniche si parla con termini d’infiniti massimi, minimi, maggiori, minori, maggiori e maggiori, minori e minori, e l’uno infinitamente maggiore o minore dell’altro: i quali termini stravolgono certamente l'umano intendimento; poiché l'infinito è schivo d’ogni moltiplicazione e comparazione, se non ci soccorre una metafisica, nella quale sia stabilito che in ogni parte distesa atto finito, in ogni moto atto terminato siavi sotto virtù, o potenza di estensione e di moto sempre uguale a sè stessa, cioè in tutti gli attuali distesi ed attuali movimenti infinita.

È dunque il conato proprietà della materia de’ corpi: della materia, dico, metafisica, che è la sostanza; non della materia fisica, che è esso corpo, del quale è proprio il muoversi. La qual differenza di materia fisica da metafisica fu da me data ove scrissi (Cap. II, pag. 62): Atque hoc differt inter materiam physicam et metaphysicam. Physica materia ideo, quamlibet formam peculiarem educut, educit optimam; quia qua via educit, ea ex omnibus una erat. Materia autem metaphysica, quia peculiares formae omnes sunt imperfectae, genere ipso, sive idea, continet optimam. Talchè la materia fisica è ottima a ricevere di tutte una forma particolare; la metafisica è ottima a riceverle tutte insieme; perchè la materia fisica è il corpo, che è circoscritto; la metafisica è la sostanza del corpo, che non la puoi diffinire. E perciò per la generazion di una pianta, per esempio, non basta ogni acqua, ogni aria, ogni terreno; onde sotto diversi cicli diverse sorte se ne producono, che traspiantate non allignano altrove: ma la materia metafisica è docile ad ugualmente ricever tutte; perchè la sostanza sta sotto a tutte ugualmente, perché lo sforzo in mandarle fuora e sostenerle è in tutte eguale. Onde s’inferisce che siccome in fisica si trattano le cose per termini di corpo e di moto, in metafisica trattar si debbano per quelli di sostanza e di conato: e come il moto non è altro realmente che corpo, così il