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116 | de antiquissima |
può volgarizzarsi: Egli è vero. Incolpisi, per esemplo, chi che sia: Tu m’hai rubato la tal cosa, Id mihi furatus es; rispondendo lui nella stessa maniera: Furatus sum, potremmo noi dirlo in volgare, Egli è vero; cioè Egli è il vero ch‘io ve l’ho rubato. Nè però mai veruno farebbesi a pronunziare che un medesimo sia il significato di questi due modi di dire, Furatus sum e Verum est.
2. Caussa e Negocium (pag. 65) confesseremo ancor noi, che significhin talora lo stesso, come ce l’insegna il Calvino nel suo Lessico1 o più tosto come Quintiliano ce l’insegnò innanzi a lui2. Anzi avvertì quel gran maestro della Romana gioventù, significare così appo i Latini queste tre voci, Quaestio, Caussa e Negocium, come significaron queste tre altre appo i Greci, θεσις, ὐπόθεσις, περίστασις: sicchè quando la quistione era infinita o universale, la chiamavan semplicemente quistione o tesi; quando ell’era finita, o particolarizzata da qualche circostanza, chiamavanla causa o ipotesi; e quando un gran numero, e forse tutte concorrevan le circostanze a particolarizzarla, allora davanle il nome di negozio o peristasi, cioè circostanza. Ma s’abbiamo a dire il vero, ciò non fa punto al nostro proposito. La controversia si è, se ’l vocabolo Caussa, che ’n volgare diremmo cagione, qual è spezialmente l’efficiente, e quale non dall’Oratore e dal Legista, ma dal Metafisico e dal Fisico si considera, significhi il medesimo che quest’altro vocabolo Negocium, cioè operazione o negazione d’ozio, come dice il nostro Autore della Metafisica; e di ciò noi desideriamo di vederne qualche prova; di modo che in quel detto, per esemplo, di Cicerone3: in seminibus causa est arborum et stirpium, a quella parola Causa sostituire si possa quest’altra Negocium; così pure se possa dirsi Negocium invece di Causa in quel verso di Virgilio4:
Felix qui potuit rerum cognoscere causas.
3. Appo i Latini era il medesimo Intelligere, che perfecte legere et aperte cognoscere; Cogitare era il medesimo che appo
noi il pensare e andar raccogliendo (pag. 52). Laonde convenendo al solo Dio il perfettamente leggere e chiaramente conoscere che che sia; e alla mente umana sol convenendo il raccorre gli estremi delle cose, e questi nè pur tutti; quindi e’ conchiude che humanae mentis cogitatio, divinae autem intelligentia sit propria. Ma pare a noi di poterla altresì diversaraente discorrere. Imperciocchè il verbo intelligo5 formasi del verbo lego, cioè colligo, raccolgo; e veramente trovasi negli antichi Scrittori, non intelligo, ma intellego; di maniera che intelligo sia il medesimo che intus lego, come l’interpretan alcuni, cioè